di Lorenzo Parolin[S3/117]
Nell’uomo si possono distinguere tre livelli di vita: 1- La vita a volume 10, cioè la vita organica o corporea o materiale o sensoriale (palpabile con i sensi). Sviluppata a dovere lo rende simile a un bell’animale. 2- La vita a volume 100, cioè la vita razionale o del pensiero o intellettuale, che lo rende cosciente di sé stesso come essere vivente e gli permette una certa progettualità sul mondo che lo circonda. Sviluppata a dovere lo distingue dagli animali e lo rende prettamente uomo. 3- La vita a volume 1000, cioè la vita spirituale o religiosa o mistica (impalpabile con i sensi), contraddistinta dall’amore (da non confondere con il sesso), detto anche carità o servizio al prossimo, attività tipicamente divina (in quanto Dio è amore) che, praticata con assiduità, lo eleva al rango di piccola divinità. Va da sé che la perfezione dell’uomo sta nel curare al meglio la sua vita organica, nello sviluppare al massimo grado la sua razionalità e nel coltivare in modo intensivo la vita spirituale. Voto massimo raggiungibile? 1110 punti. Come si vede, la dimensione del sacro è di livello superiore a quella intellettuale e la sorpassa di quanto quest’ultima supera quella corporea, perciò, in caso di necessità (mancanza di tempo e di mezzi) conviene sacrificare le attività di livello inferiore per privilegiare quelle che rendono di più. Apparirà chiaro che, essendo la sufficienza posta a 666 punti (il sei scolastico), per raggiungerla bisogna attingere per forza nel campo dello spirito. È qui importante precisare che ci può essere pienezza di vita anche in presenza di scarsa attività intellettuale e di modestissima disponibilità di beni materiali ; duole perciò constatare che ci sono persone che privilegiano la vita animale, ed altre che inorgogliscono delle loro capacità intellettuali disdegnando di aprirsi alla realtà spirituale, quella che da sola dà grandemente di più delle altre due messe assieme. Il cosiddetto mondo progredito, essendo l’elevamento a potenza del culto del corpo e della ragione, combinato con il totale disprezzo dell’“invisibile”, si condanna a non assaggiare mai la Gioia associata all’irruzione del divino nella vita dell’uomo. Deve essere chiaro che il mondo dello spirito ha le sue regole: chi non si mette in atteggiamento di devozione, di umiltà, di adorazione del mistero e di carità verso il prossimo, di fatto alza un muro che lo separa dal mondo del divino, perdendosi le sublimi intimità che si possono godere entrando in relazione con gli abitatori del Sacro. Ai fini della Conoscenza e del godimento della Gioia Grande, vale di più un piccolo atto di carità e di sottomissione a Dio che lo studio della filosofia o l’accumulo di molti beni materiali. Gli atti d’amore abbattono i grandi ostacoli che si frappongono tra noi e il divino e ci espongono al flusso energetico che egli irradia.
Dio non può far filtrare più di tanto, perché noi, con la nostra insipienza, chiudiamo ogni fessura da cui possa arrivare luce.
Ai fini della salvezza, dell’illuminazione e di ciò che davvero conta, a che cosa servono la ricchezza, la scienza e la filosofia? Non molto. Attenzione dunque a privilegiare lo sviluppo della vita a 10 e a 100, può essere di ostacolo allo sviluppo di quella a 1000.
Quando di una persona si dice che è in gamba si intende che è uomo pratico, economicamente dotato e non guasta se ha anche successo in campo professionale e politico. Si tratta cioè di uomini che salgono alla ribalta per faccende mondane. Ma il vero uomo in gamba è quello che, pur avendo i numeri per emergere nel mondo appena descritto ha investito gran parte delle sue energie in crescita spirituale, perché ha capito che da quella parte c’è molto di più.
[rif. www.lorenzoparolin.it S3/117]